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Origine e significato del rituale del salto della scopa nelle cerimonie di nozze
Per ogni cerimonia di matrimonio si può scegliere un rito che rispecchi voi e la vostra storia. Oggi parleremo del salto della scopa.
A proposito di scope e di cerimonie di nozze
Il rito del “salto della scopa” è un’antica tradizione nuziale che affonda le sue radici nella storia e nella cultura di diversi popoli. Sembra abbia avuto origine in America, nella metà del XIX secolo, tra gli schiavi africani e, anche se oggi è associato alla cultura afroamericana e a matrimoni tradizionali di origine africana, il rito è presente in altre culture, inclusi alcuni riti pagani europei. Nei matrimoni celtici per esempio era tradizione che gli sposi superassero con un salto, tenendosi per mano, un ramo – meglio se di quercia, data la maestosità dell’albero – posto a terra davanti alla coppia. Il ramo rappresentava la porta, l’ingresso in una nuova vita, quella matrimoniale.
I primi riferimenti ai “matrimoni con la scopa” appaiono in Inghilterra verso gli anni Trenta del XVIII secolo per descrivere una cerimonia nuziale di dubbia validità. Infatti quando, con il Marriage Act del 1836, venne introdotto il matrimonio civile, esso fu chiamato in modo spregiativo “Broomstick Marriage Act” da coloro i quali ritenevano che un matrimonio al di fuori della Chiesa anglicana non avesse valenza legale.
Nel romanzo di Charles Dickens, Grandi speranze, c’è un riferimento ad un matrimonio “sopra il manico di scopa”. La cerimonia non è descritta, ma la frase indica che i lettori lo avrebbero riconosciuto come un’unione non legalmente valida.
Varianti locali dell’usanza si svilupparono in alcune zone dell’Inghilterra e del Galles. Invece di appoggiare la scopa a terra per saltare insieme, essa veniva posta ad angolo vicino alla porta; lo sposo saltava per primo, seguito dalla sposa.
Nel sud-ovest dell’Inghilterra, nel Galles e nelle zone di confine tra Scozia e Inghilterra, le coppie saltavano su dei manici di scopa posti sulla soglia della loro casa per ufficializzare la loro unione.
In alcune comunità afroamericane e nero-canadesi, le coppie concludevano la cerimonia nuziale saltando su una scopa insieme, o separatamente. Questa pratica è documentata come cerimonia di matrimonio per le persone ridotte in schiavitù negli Stati Uniti meridionali durante gli anni ‘40 e ‘50 del XIX secolo, che spesso non potevano sposarsi legalmente. Nelle narrazioni degli schiavi sono contenute testimonianze di coppie che saltano la scopa.
Il salto cerimoniale della scopa – un’esplicita dichiarazione di voler stabilire una relazione matrimoniale – era fatto davanti a testimoni.
Il rituale del salto della scopa è stato reso popolare negli anni ’70 del Novecento dal romanzo e dalla miniserie Radici, (Roots, 1976-1977).
Il significato simbolico del salto della scopa
Come abbiamo già visto il manico di scopa è associato a molti simboli: poteva essere per esempio simbolo di fertilità con la sua forma allungata e fallica. Oppure, sempre in merito alla fertilità, si pensava che se gli sposi avessero saltato la scopa in un campo, l’altezza alla quale saltavano sarebbe stata l’altezza che avrebbero raggiunto le messi in quell’anno.
L’altro significato simbolico è, ovviamente, la capacità di spazzare via la sporcizia e, di conseguenza per astrazione, di spazzare via il male e le negatività, così come tutto ciò che c’è di vecchio.
Un altro significato simbolico è quello di saltare nell’ignoto, di lanciarsi in una nuova vita.
E infine, vale la pena di citare le antiche leggende e fiabe non solo italiane, nelle quali si narra che per tenere lontane le streghe (sì, proprio loro) era necessario mettere una scopa fuori della porta. Nella notte, quando la strega si fosse trovata di fronte alla scopa, non avrebbe potuto fare a meno di contare i fili. Spinta da una forza incontrollabile avrebbe continuato a contare e ricontare fin quando la luce del sole, per lei letale, l’avrebbe cacciata.
L’origine del nome
Come ci insegna la Treccani, il termine scópa viene dal latino, e vuol dire appunto ramoscello: lat. pop. scōpa, lat. class., al plur., scopae -arum «granata», der. di scopa «ramoscello».
La scopa più famosa fu inventata nel 1797, a Hadley nel Massachusetts, da un contadino, un certo Levi Dickenson che assemblò dei mazzi di sorgo legandoli con del salice, e creando appunto la prima scopa di saggina.
Streghe…
Un luogo aperto. Tuoni e lampi. Entrano tre Streghe
Prima Strega: Quando ci troveremo ancora noi tre, nel tuono, nel lampo, o nella pioggia?
Seconda strega: Quando la baruffa sarà spenta, quando la battaglia sarà perduta e vinta.
Terza strega: Ciò sarà prima che la luce sia estinta.
(W. Shakespeare, Macbeth, ATTO I – SCENA I)
Quando si parla di scope difficilmente si associa questo oggetto, dedicato alla pulizia della casa, a una cerimonia di nozze, piuttosto non possono non venire in mente le streghe delle fiabe, della letteratura e, nel caso dell’Italia, la Befana.
Le streghe, letterarie o fiabesche, sono moltissime, impensabile raccoglierle in un unico compendio, così, per divertirci un po’, ne citeremo solo alcune:
- le indimenticabili streghe della commedia nera Le streghe di Eastwick;
- quelle terribili del Machbeth di W. Shakespeare;
- la Janara, la strega napoletana;
- la malvagia strega dell’Ovest del Mago di Oz con la sua faccia verde;
- Serafina Pekkala, la regina delle streghe della trilogia Queste oscure materie di Philip Pullman con il suo ramo di pino-nuvola;
- le streghe di Benevento;
- la strega di Hänsel e Gretel con il suo ossicino di pollo, e quella di Biancaneve con la sua mela, entrambe narrate nelle fiabe dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm;
- le streghe che danzano sulle scope durante il Sabba nella notte di Walpurga (Faust I di J.W. Goethe);
- Topolino apprendista stregone e la scopa animata nel lungometraggio Fantasia;
- le scope, anche turbo, nella saga di Harry Potter.
…e scope volanti
Ma da dove arriva l’idea della scopa come “veicolo ufficiale” della magia? In realtà, l’associazione tra le scope e la magia ha origini antiche e sorprendenti!
Nell’antica Cina era proibito lasciare delle scope nelle sale mortuarie perché l’anima del defunto poteva tornare come spettro dalla lunga chioma. Nel Messico precolombiano si festeggiava la dea Tlazeltotl preposta a spazzare via malattie e sventure e raffigurata nuda a cavalcioni di una scopa volante.
Nell’Antico Egitto si credeva che le scopa avesse poteri magici, mentre nella Roma antica – durante le Antesterie, la scopa era usata per scacciare le anime dei morti e le levatrici spazzavano l’uscio per allontanare gli spiriti maligni dalle case delle future mamme.
In Inghilterra, quando le donne uscivano di casa, lasciavano una scopa fuori dalla porta per bloccare gli incantesimi delle streghe.
Nel Medioevo, la scopa era vista come un oggetto legato alle attività domestiche, ma anche alla magia: si credeva infatti che le streghe usassero le scope per tracciare linee protettive sul terreno o per pulire simbolicamente i loro spazi. Anche l’iconografia cristiana mostra due sante raffigurate con la scopa: Santa Marta e Santa Petronilla.
“La stessa figura della Befana vede i suoi natali della trasfigurazione post-cristianesimo di Diana, che si credeva volasse sui campi, a cavalcioni di una scopa attorniata dalle sue ninfe, nella notte fra il 5 e il 6 gennaio per benedire il nuovo raccolto” (da: https://www.nemora.it/diana-nemorense-e-il-templum-dianae/).
Giochi e tabù
Oltre ad essere il mezzo di locomozione preferito delle streghe, la scopa era anche un simbolo sessuale: basti pensare al suo manico tra le gambe nude delle streghe.
Alla scopa sono legati diversi giochi e tabù: è indispensabile spazzare ogni angolo di casa dopo che un defunto è stato portato al cimitero perché l’anima possa andar via serena e pulita e non sia trattenuta dalla polvere.
Nel ballo della scopa il giocatore che non ha trovato una compagna è costretto a ballare con la scopa, mentre se spazzando si passa con la scopa sui piedi di una ragazza, questa potrebbe non sposarsi mai.
Nella tradizione la scopa mantiene il primato tra gli oggetti simbolici a doppia valenza.
Il potere apotropaico attribuito in passato per le sue capacità di tenere lontano streghe e demoni, se messa dietro la porta, si è trasferito nelle scopette augurali decorate, che si regalano nel periodo natalizio.
E ora torniamo al vostro matrimonio: i consigli di noi celebranti!
Il salto della scopa è un rito che celebra il coraggio e l’impegno e sancisce l’inizio di una nuova fase. Il vostro celebrante spiegherà a voi e ai vostri ospiti come si svolgerà il rituale e ne racconterà le origini e il significato simbolico, inserendo al meglio questo rito nella vostra cerimonia.
- I colori, le decorazioni e i materiali della scopa vengono spesso scelti per augurare abbondanza, amore e fertilità, adattando il rito alle preferenze e alla cultura degli sposi. Le decorazioni possono essere di ogni tipo: nastri, fiori, ciondoli, perline, piume.
- Vi suggeriamo anche di decorare la scopa con nastri e bigliettini augurali che ogni ospite porterà e annoderà al manico mentre rinnova i suoi auguri per voi!
- Il momento migliore per saltare la scopa è il momento finale della cerimonia, quando uscirete tra gli applausi dei vostri ospiti. Appoggiatela a terra, oppure affidate il compito di tenerla un po’ sollevata ai vostri testimoni, a due amici speciali, ai parenti più cari, ma pregateli di non sollevarla troppo per non rischiare di cadere.
Questo rito è un’opzione divertente, emozionante e un po’ teatrale, che arricchirà la vostra cerimonia, coinvolgendo voi, i vostri ospiti, i vostri amici, i vostri figli se ci sono! E le foto saranno davvero speciali!
Senza contare che, dopo aver saltato la scopa, potrete portarla con voi a protezione della vostra casa.
Il salto della scopa aggiunge allegria, simbolismo e tradizione alla vostra cerimonia. Parlatene con il vostro celebrante.