photo credit
La notte più lunga dell’anno.
Riti, feste, tradizioni e stranezze in giro per il mondo
Nel mondo il mese di dicembre è il mese più ricco di feste. Danze di luci, falò nelle notti gelide, balli per scacciare i demoni, regali nelle scarpe e nelle calze, tuffi di mezzanotte, piatti tipici: ce n’è per tutti i gusti, per tutti i credo, per tutti i valori, e per tutte le tasche.
“Buon Natale, Bob! — esclamò Scrooge, con inequivocabile sincerità, dandogli una pacca sulle spalle.
— Un Natale più buono, Bob, mio caro, di quanti vi abbia augurato per tanti anni! Vi aumenterò lo stipendio e cercherò di assistere la vostra famiglia che tanto lotta, e discuteremo dei vostri affari questo pomeriggio stesso, davanti a una ciotola fumante di punch, Bob! […]
Scrooge mantenne la parola. Fece tutto, e infinitamente di più; e per il piccolo Tim, che NON morì, diventò un secondo padre. Divenne un buon amico, un buon padrone e un buon uomo, come seppe la buona e vecchia città, e tutte le altre buone e vecchie città, cittadine o borghi nel buon vecchio mondo.”
(Charles Dickens, Canto di Natale e altri racconti, trad. Alessandra Osti)
Così Charles Dickens a conclusione del suo racconto breve Canto di Natale. Grazie all’apparizione degli Spiriti dei Natali passati e a quelli dei Natali futuri, il crudele e avaro Scrooge si “converte”, diventando buono e imparando che vale la pena di vivere la vita con generosità, sorriso ed empatia.
Il racconto è una dura critica all’avidità della nascente società moderna industriale e una metafora dell’esistenza.
Noi celebranti, che per lavoro ci dedichiamo a celebrare ogni passaggio significativo della vita, cerchiamo di conoscere rituali e tradizioni per potere essere il più possibile inclusivi con coloro i quali si rivolgono a noi.
Dunque non possiamo non dare un’occhiata a come si festeggia il passaggio dal buio alla luce, dal freddo al tepore.
Cominciamo dal principio!
Ci sono moltissime feste e ricorrenze che preparano il passaggio dall’inverno alla primavera, qui ne citiamo solo quattro.
Halloween: termine inglese di origine scozzese, è una festa di origine celtica che si festeggia in diversi paese del mondo, in particolare nel mondo anglofono la sera del 31 ottobre, vigilia della festa di Ognissanti.
Giorno del ringraziamento: festa nazionale in Canada, Stati Uniti, Grenada, Saint Lucia, Liberia, celebrata in date diverse tra ottobre e novembre.
I primi a festeggiarla, nel diciassettesimo secolo, furono, i Padri Pellegrini per mostrare la gratitudine per l’abbondanza del raccolto. Sebbene il Ringraziamento affondi le sue radici storiche nelle tradizioni religiose e culturali, è celebrato anche come festa laica.
Avvento: rappresenta l’inizio dell’anno liturgico nel cristianesimo occidentale e il periodo di preparazione spirituale che precede la nascita di Cristo. Nel rito romano corrisponde alle quattro settimane prima del Natale e include le domeniche che precedono il Natale.
Diwali: in sanscrito significa “catena di luci” o “fila di lampade accese” ed è la festa dei nuovi inizi, o festa delle luci. Celebra il trionfo del bene sul male, della luce sulle tenebre e inizia con la luna nuova, alla fine di ottobre/inizio di novembre, il quindicesimo giorno del mese del calendario induista, detto kartik, e dura cinque giorni.
Nel mondo antico!
Non tutti sanno che fu Papa Giulio I (Roma, … – Roma, 12 aprile 352) a fissare al 25 dicembre la data del giorno di Natale per farla coincidere con il solstizio e per sovrapporla all’antica festa pagana del sole.
Nella tradizione celtica e paleocristiana il solstizio d’inverno corrisponde a Yule, il cui nome deriva forse dal norreno Hjól (“ruota”), e indicherebbe il momento del solstizio quando la “ruota dell’anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a risalire”. Festa pagana della luce e della rinascita, celebrava il dio Odino. Nella notte più lunga si accendeva un grosso ceppo che era lasciato bruciare per i dodici giorni successivi.
Per celebrare la vittoria della luce sulle tenebre a Stonehenge, i druidi compivano riti antichi e tramandati dalla notte dei tempi.
Una delle feste invernali più antiche è quella romana dei Saturnali. Dal 17 al 23 dicembre si svolgevano banchetti e giochi, con scambi di doni, detti strenne, per festeggiare la rinascita della natura. In questo periodo, l’ordine sociale era sovvertito, gli schiavi non lavoravano e regnava la pace.
Nell’Antico Egitto si celebrava il dio Horus, mentre in Messico gli Inca onoravano il dio Inti.
In Grecia si festeggiavano Adone ed Ercole, e gli Aztechi onoravano gli dei Huitzilopochtli e Bacab.
Nel centro Italia ogni notte, dal solstizio d’inverno fino all’Epifania si usava accendere grandi fuochi all’aperto, detti foconi. a simboleggiare il ritorno della luce e la speranza della nuova vita, della primavera.
E oggi?
Nonostante le differenze etniche, sociali, culturali, religiose le feste invernali sono caratterizzate da elementi ricorrenti, o peculiari, a seconda di dove ci troviamo. Spessissimo e alle latitudini più diverse si incontrano, danze, canti, luci notturne, piante di buon augurio, falò che bruciano fantocci, cibi particolarmente ricchi, doni e figure magiche. Sarebbe impossibile raccogliere tutti i rituali che si svolgono in ogni paese del mondo, ne abbiamo quindi scelto solo alcuni.
dicembre – gennaio: Hanukkah
È la festa delle luci, dura otto giorni, e il suo nome in ebraico significa “inaugurazione”.
È la festa che celebra la riconquista del Secondo Tempio di Gerusalemme ad opera dei Maccabei. Nonostante la devastazione del tempio, al suo interno si salvò solo un recipiente contenente l’olio sufficiente a far bruciare la fiamma della lampada per un solo giorno. Tuttavia l’olio miracoloso durò e tenne accesa la lampada per ben otto giorni e otto notti.
La festa inizia il 25esimo giorno di kislev, che corrisponde al terzo mese del calendario civile o al nono mese del calendario religioso ebraico. Quando cala il buio si accendono le candele di un candelabro con nove bracci, si canta e si recitano benedizioni.
13 dicembre: la festa di Santa Lucia (in svedese Luciatåg)
Si narra che la siracusana Lucia fu martirizzata perché portava di nascosto il cibo ai cristiani nascosti nelle catacombe, illuminando il suo cammino con una corona di candele.
Si festeggia il 13 dicembre in Svezia, ma anche in Danimarca, Norvegia, Finlandia e, poiché è patrona di Siracusa, è celebrata anche in Sicilia.
Per le strade innevate del nord si snoda una processione di persone che indossano tuniche bianche, un nastro rosso in vita, portano candele e cantano. In testa alla processione la persona che rappresenta Lucia ha sul capo la corona di candele e i bambini spesso sono travestirsi da elfi.
16-24 dicembre: Las Posadas
In America Latina, Messico, Guatemala, Cuba, Spagna si festeggia Las Posadas, una festa che ha origine dalla parola spagnola posada (“locanda” o “alloggio”), e rievoca il pellegrinaggio di Maria e Giuseppe in cerca di un luogo dove fermarsi per far nascere Gesù. Dura nove giorni, a simboleggiare i nove mesi di gravidanza. Una posada è una rievocazione e si tiene in una casa dove coloro che ospitano interpretano il ruolo dei locandieri. Ogni gruppo tiene in mano delle candele accese e, a turno, canta dei versi. Poi i locandieri aprono la porta e accolgono i pellegrini.
21-22 dicembre: la festa di Tōji
In Giappone si celebra il solstizio d’inverno, Tōji in giapponese, come un momento di armonia e equilibrio, nel susseguirsi delle stagioni naturali e della vita.
In questo periodo ci si dedica a un bagno rilassante con l’arancio yuzu che sembra abbia proprietà benefiche e contrasti le malattie: è un rito che dura da centinaia di anni. Inoltre si preparano il tōji-gayu, una specie di porridge di riso fatto con i fagioli adzuki, e pietanze realizzate con la zucca invernale.
21-22 dicembre: la festa di Yalda
Questa festa, il cui nome in persiano significa Schab-e Yaldā (“Notte della nascita”), si festeggia in Afghanistan, Iran e Tagikistan, nella notte tra il 21 e il 22 dicembre. La festa deriva dal mitraismo e celebra la nascita di Mitra, dio del Sole.
Le famiglie si riuniscono, si festeggia tutta la notte, recitando poesie e mangiando angurie, melagrane, frutta secca e uva rossa. I frutti sono conservati con cura in ciotole di ceramica a chiusura ermetica fin dalla raccolta estiva. Sembra che il colore rosso della frutta simboleggi il rosso del cielo all’alba e la vita che rinasce.
21-23 dicembre: la festa di Dongzhi
In Cina, Taiwan, Giappone, Corea, Vietnam si celebra il Dong Zhi che in cinese significa: “solstizio d’inverno”, letteralmente: “inverno estremo”.
È una festa tradizionale, che ha avuto inizio nel periodo della dinastia Han ed è incentrata sull’equilibrio tra yin, le proprietà negative del buio e del freddo, e lo yang, le proprietà positive della luce e del calore.
Anticamente legata alla fine del raccolto, oggi la festa riunisce le famiglie per venerare il cielo e gli antenati. Si preparano i tangyuan, palline di farina di riso glutinoso bianche e rosa, che simboleggiano la riunione.
21-25 dicembre: Pancha Ganapati
Festività induista in onore del dio Ganesha, patrono della saggezza, delle scienze e delle arti. Dato che Ganesha viene anche considerato il dio degli inizi, questa festa incoraggia a lasciare andare i vecchi errori e infonde la forza per intraprendere nuovi inizi.
Si trascorre in famiglia, distribuendo regali e i bambini sono al centro dell’attenzione.
Ogni giorno ha il suo colore: il primo è giallo e i membri della famiglia analizzano i loro comportamenti sbagliati e si riappacificano; il secondo è blu e la riappacificazione si estende alle persone vicine e amiche; il terzo è rosso ed è legato all’armonia nelle relazioni d’affari; il quarto giorno è verde ed è dedicato all’arte, si canta, si fa musica e si danza. L’ultimo giorno è arancione, ed è dedicato all’armonia e ai buoni propositi.
Santi, demoni, streghe buone e non…
San Nicola
Il santo protettore dei bambini è conosciuto in Italia come San Nicola di Bari, città dove sono conservate le sue spoglie. Si festeggia il 6 dicembre e in Germania la notte tra il 5 e il 6, i bambini lasciano le loro scarpe fuori della porta, o ai piedi del letto e Sankt Nikolaus o Nikolaus – che arriva in groppa al suo asino -, le riempia con dolci e piccoli doni.
Krampus
Creatura orribile e pelosa, si dice che fosse un servo di San Nicola o addirittura il demonio che il santo aveva imprigionato. Arriva il 5 dicembre, oppure insieme a San Nicola, per spaventare i bambini che si sono comportati male, e lascia loro del carbone.
La Befana
Nell’immaginario collettivo è rappresentata come una vecchietta con il naso lungo e il mento aguzzo, che viaggia a cavallo di una scopa, va di casa in casa e riempie di dolci e piccoli doni le calze lasciate dai bambini.
La sua storia risale alla notte dei tempi e affonda le sue radici in tradizioni magiche precristiane. Il termine “befana” deriva dal greco “epifania”, ovvero “apparizione” o “manifestazione”.
Streghe senza scope
In Norvegia si crede che le streghe e gli spiriti maligni vaghino nel cielo alla vigilia di Natale. Così in casa si nascondono le scope per evitare che le streghe ci mettano le mani.
Altre strane tradizioni invernali!
- Giappone: si consumano torte di Natale decorate con Babbo Natale e alberi di Natale e la sera della vigilia è diventata tradizione ordinare cibo da fast-food, in particolare, pollo fritto da Kentucky Fried Chicken.
- Australia: niente gelo, né neve per il Natale nell’emisfero australe, ecco perché molte famiglie passano il Natale in spiaggia, organizzando picnic e barbecue.
- Germania: il calendario dell’avvento è un’invenzione tutta tedesca, nata intorno al 1920. Moltissime famiglie preparano i calendari contenenti le 24 finestrelle e, dal primo al 24 dicembre si apre una finestra al giorno che rivela una sorpresa, cioccolatini o piccoli regali.
- Brighton: Burning the clocks è una suggestiva fiaccolata che attraversa le vie della città, le persone sfilano con lanterne di carta fatte a mano e raffiguranti degli orologi. Al termine della processione, si accende un grande falò sulla spiaggia dove ognuno lancia la propria lanterna nel fuoco quasi ad esorcizzare il tempo che passa.
- Romania: Ursul, la danza dell’Orso. Alla vigilia dell’anno nuovo si svolge questa danza di buon augurio e le persone, travestite da orsi, ballano e fanno capriole per la strada accompagnate dalla musica di un flauto.
- Tibet: Losar significa letteralmente nuovo anno ed è il più grande evento dell’anno. Si commemora la lotta tra il bene e il male e i tibetani cantano e ballano per le strade. I festeggiamenti durano quindici giorni, durante i quali si consuma una speciale bevanda fermentata chiamata chhaang.
- Oaxaca, Messico: la notte dei ravanelli inizia il 23 dicembre. È un festival di tre giorni dedicato alle verdure intagliate e tutti corrono ad ammirare trionfi di ravanelli scolpiti che rappresentano la natività e scene del folklore messicano.
- Galles: Lwyd Mari, la festa del mare grigio. Un teschio di cavallo attaccato a una veste bianca è portato di casa in casa mentre si canta. Dopo i canti, il gruppo e il “cavallo” sono invitati nelle case per bere birra e mangiare dolci tradizionali.
- Irlanda e Inghilterra: il Christmas cake è un dolce di Natale, in origine un semplice porridge di prugne, pensato per riempire la pancia dopo un giorno di digiuno religioso. Intorno al XVI secolo si aggiungono ingredienti più ricchi, come farina, uova, e spezie, arrivate dall’Oriente e incorporate nel dolce per simboleggiare i Re Magi. Si prepara a novembre e si porta a tavola il giorno di Natale…
- …i Christmas crackers: si tratta di un tubo di cartone avvolto in carta dorata o argentata, confezionati come una grossa caramella. Tirando le estremità, il cracker si spezza con un piccolo botto prodotto da una striscia di carta impregnata di fulminato d’argento. Dentro si trovano delle sorprese: una coroncina di carta, una battuta satirica o una filastrocca, un piccolo giocattolo. Durante il pranzo di Natale ciascun commensale indossa la coroncina di carta.
- Maryland: il tuffo dell’orso polare si svolge nel mese di gennaio, e coinvolge più di diecimila persone. In costume da bagno questi temerari si gettano nelle acque della Baia di Chesapeake dove la temperatura è generalmente intorno a -1° C.
Dinner for one!
Noto anche come The 90th Birthday (in tedesco: Der 90. Geburtstag, in svedese: Grevinnan och betjänten), è uno sketch comico televisivo trasmesso ogni Capodanno in diversi Paesi europei tra cui Norvegia e Germania.
Lo sketch per il teatro è stato scritto negli anni Venti dall’autore britannico Lauri Wylie; la prima teatrale ha avuto luogo nel 1948 nel Duke of York’s Theatre.
La storia è esilarante: la nobildonna, Miss Sophie, festeggia il suo 90° compleanno convinta che a tavola con lei siedano tutti i suoi amici più cari, in realtà ormai morti da tempo.
Per non deluderla e farla contenta il cameriere James interpreta di volta in volta ognuno dei commensali e brinda più e più volte a ogni pietanza.
Via via che il pasto procede, James è sempre più ubriaco e lo sketch si fa sempre più divertente fino al finale a sorpresa.
Nel 1962 l’emittente televisiva tedesca Norddeutscher Rundfunk (NDR) registrò lo spettacolo, interpretato dai comici britannici Freddie Frinton e May Warden, realizzando una videocassetta di diciotto minuti in bianco e nero. Sebbene si tratti di un testo teatrale inglese, la versione televisiva non ha ottenuto riconoscimento nel Regno Unito, mentre da decenni, in Germania e nel Nord Europa, prima di sedersi a tavola per la cena di Capodanno, le famiglie si raccolgono intorno al televisore per ridere sempre e di nuovo delle gag di James e Miss Sophie.
A conclusione di questa carrellata in giro per il mondo e per divertirci un po’ abbiamo chiesto all’Intelligenza Artificiale di creare per noi alcune immagini per il nostro articolo, e soprattutto la più romantica cerimonia dicembrina di nozze.
Non vorreste essere tutti invitati a un matrimonio in un posto come questo?
Noi di sicuro saremmo molto felici di celebrarlo!