celebrant
Claudia Morales
Every person deserves to celebrate life's important events in the way they want!
My name is Claudia Morales and I am a secular celebrant. My surname definitely has a Spanish origin, but it is a distant loving root. I was born in Rome to an Italian father and a Belgian mother, so in addition to Italian, I have learnt French since I was born. I travelled a lot in Europe, and I realized I have many Mediterranean characteristics, but also others, more typical of northern European countries, such as pragmatism, secularism and a particular open-mind attitude.
I am very empathetic, and I have always liked to enter into profitable and deep relationships with people, to listen to them with respect and attention, to understand their needs, their emotions, and to meet their expectations. For me, being a celebrant means writing the protagonists' stories, telling their events, feelings, wishes and hopes, thus creating a ceremony that moves them, and that is truly special for them and for all the partecipants; it is also a way for me to support the universal human rights I believe in, such as the right to marriage of same-sex couples (civil union) or of divorced, secular, atheist or agnostic people. To be a celebrant, moreover, for me is to favour the right, for those who wish, to choose to have a non-religious but equally solemn and dignified funeral.
Mi chiamo Claudia Morales e sono una celebrante laica. Il mio cognome ha sicuramente un'origine spagnola, ma si tratta di una lontana amabile radice. Sono nata a Roma da padre italiano e mamma belga, cosi', oltre all'italiano, ho imparato il francese da quando sono nata. Ho viaggiato tanto in Europa, e ho capito di avere molte caratteristiche mediterranee, ma anche altre, piu' tipiche dei Paesi del nord Europa, come il pragmatismo, la laicita' e una particolare apertura mentale.
Sono molto empatica, e mi e' sempre piaciuto entrare in relazione proficua e profonda con le persone, ascoltarle con rispetto e attenzione, capire le loro esigenze, le loro emozioni, e andare incontro alle loro aspettative. Per me essere celebrante significa scrivere le storie dei protagonisti, raccontandone gli eventi, i sentimenti, i desideri e le speranze, per creare cosi' una cerimonia che li emozioni, e che sia davvero speciale per loro e per tutti i partecipanti; e' anche un modo per me per sostenere i diritti umani universali in cui credo, come il diritto al matrimonio di coppie dello stesso sesso (unione civile) o di persone divorziate, laiche, atee o agnostiche. Essere una celebrante, inoltre, per me e' favorire il diritto, per chi lo desidera, di scegliere di avere un funerale non religioso, ma ugualmente solenne e dignitoso.